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Il "Libro dei desideri"

Ha sempre un qualcosa di magico, quel momento in cui sfogliando un catalogo viene un colpo al cuore. Ci fermiamo allora su quel pettine unico, quella crema perfetta, quell'argilla salvifica. E così mandiamo l'ordine e qualche giorno più tardi ecco il pacchettino comparire nella cassetta delle lettere, nella sua veste più bella. Un'elegante scatolina profumata e, al suo interno, il nostro oggetto, avvolto graziosamente nella carta, magari corredato da un nome scritto in corsivo svolazzante. Se la vendita per corrispondenza è in uso da sempre, è negli ultimi decenni che ha compiuto una svolta virtuale e tecnologica sorprendente. Ovviamente l'Officine sfoggia tutta la sua collezione nel sito buly1803.com. Ma niente sostituisce la felicità di stringere fra le mani un catalogo stampato, sfogliarlo a casa, prendersi del tempo, esprimere dei desideri, scoprire nuovi orizzonti, nuovi trattamenti che nella fretta avremmo ignorato. L'OfficineUniverselleBuly è lieta di annunciare la nuova edizione del suo prezioso catalogo, che si può richiedere in versione bilingue italiano e inglese selezionando l'apposita opzione nella sezione "Scoprire l'Officine" al momento di completare l'acquisto.

In principio vi erano i libri e i fiori...

Nel 1498 Aldo Manuzio pubblica con la sua casa editrice, le Edizioni Aldine, il primo catalogo delle opere di Aristofane, Platone e di altri filosofi classici greci. Due secoli più tardi, nel 1774, Benjamin Franklin, scrittore, tipografo, inventore e politico statunitense, produce un catalogo di opere scientifiche e accademiche di oltre 600 volumi, con l'intento di mettere il sapere alla portata di tutti...  

Tutt'altro registro invece per "A Catalogue of Seeds, Plants etc.", dell'orticoltore e giardiniere inglese William Lucas, che nel 1667 pubblica questa raccolta di piante in undici sezioni, corredate dai relativi prezzi. I cataloghi di semi (di fiori, piante, frutti, ortaggi, ecc.) sono uno dei primi grandi successi della vendita per corrispondenza. Alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti, in Francia e in Gran Bretagna, questi tipi di cataloghi erano molto diffusi e i produttori rivaleggiavano per fervore nella vendita e ricchezza delle composizioni grafiche e delle illustrazioni colorate dei fiori proposti. Alcune copie sono tuttora conservate in importanti biblioteche.

"Ciascuna delle nostre letture lascia un seme che germoglia."  

Jules Renard  

I pionieri: tessuti e monili

Nel 1845, la gioielleria Tiffany's, fondata nel 1837, pubblica un libretto blu dal titolo "The Tiffany's Blue Book". Questo primo catalogo di vendita per corrispondenza mette in discussione la nozione stessa di commercio e di lusso e porta nelle case e nei sogni di tutti i più bei gioielli del "Re dei diamanti".  

Passano 16 anni e un imprenditore gallese, Pryce Pryce-Jones, fonda una società di vendita per corrispondenza per commercializzare le sue linee di abbigliamento, basate su una flanella di sua stessa produzione. Per raggiungere i suoi clienti Pryce-Jones si appoggerà alla rete ferroviaria e al servizio postale dell'epoca. La sua impresa avrà un successo enorme e potrà vantare fra le proprie clienti personaggi di spicco come Florence Nightingale, pioniera delle cure infermieristiche, e la regina Vittoria, a cui forniva l'abbigliamento intimo ("particolarmente morbido", riferisce lo storico David Pugh).  

"Non ci sono solo i soldi nella vita. Ci sono anche le pellicce e i gioielli."  

Elizabeth Taylor  

Il mondo dei giganti: i grandi magazzini

Nel 1838, i fratelli Videau inaugurano Le Bon Marché, il primo grande magazzino francese, poi portato a livelli di successo inimmaginabili dalle intuizioni di Aristide Boucicaut. Ha inizio così una rivoluzione del mercato del lusso e della moda e i grandi magazzini - i luoghi in cui il "cliente è re" - attraversano un periodo di grande splendore. Ma Boucicaut è ambizioso e nel 1871 apre anche un servizio di vendita per corrispondenza, suddiviso in due settori: uno per la Francia e l'altro per il mercato internazionale. Anche in questo caso, il successo è sfolgorante: nel 1894 Le Bon Marché arriva a distribuire un milione e mezzo di cataloghi. All'inizio del XX secolo il catalogo diventa a colori e si arricchisce di illustrazioni di grande qualità firmate da artisti famosi. Così i cataloghi dei grandi magazzini diventano lo specchio fascinoso della moda dell'epoca. In questa gara, i francesi e gli americani sono sui primi gradini del podio: infatti nel 1872 Aaron Montgomery Ward avvia a Chicago una società di vendita per corrispondenza di merce di vario genere, che acquista dai produttori e rivende direttamente ai clienti. Nel 1904 il suo indirizzario per l'invio dei cataloghi conteneva tre milioni di contatti. Seguiranno poi altri giganti del settore: la canadese Eaton, il cui primo catalogo viene definito nel 1884 il "Libro dei desideri", e poi Sears nel 1888, che presto proporrà anche macchine da cucire, biciclette e persino automobili. E in Francia La Redoute pubblica il primo catalogo di vendita per corrispondenza nel 1928, seguita da Les 3 Suisses nel 1932. Ormai tutto è accessibile e la posizione geografica non è più importante - abbigliamento, ma anche articoli sportivi, apparecchi radiofonici, giradischi, articoli per la dote delle fanciulle... 

"Se ci pensi, i grandi magazzini sono come una specie di museo."  

Andy Warhol  

Il paese dei balocchi: babbo Natale preferisce i cataloghi...

Il settore in cui funzionano meglio, quello che illumina gli occhi e fa la gioia dei bambini di tutto il mondo, ovviamente è quello dei giocattoli. FAO Schwarz, il celeberrimo grande magazzino dei giocattoli di New York, lancia il suo primo catalogo nel 1876. All'inizio del XX secolo anche i francesi si buttano sul mercato e i grandi magazzini più noti (Bon Marché, Samaritaine, GrandsMagasinsdu Louvre, Trois Quartiers...) preparano cataloghi di giocattoli e strenne e li spediscono ai clienti verso la fine dell'anno, prima delle feste di Natale. I bambini hanno così mesi interi per fantasticare intorno alle novità, a bambole, orsi di peluche e treni elettrici e scegliere speranzosi i giochi preferiti. Questi cataloghi sono quindi lo specchio di un'epoca, alla cui creazione contribuiscono grafici e illustratori di talento. In taluni casi si aggiungono anche stupefacenti richiami alla cronaca contemporanea. Ad esempio in tempo di guerra le illustrazioni comprendevano soldati e aerei militari. Alcuni di questi cataloghi di giocattoli sono conservati nei musei, come nel caso della collezione della biblioteca Forney di Parigi: testimoni fragili e commoventi dei sogni infantili e dello spirito del tempo. 

"Ah! Che bel mattino, quel mattino delle strenne!  Ognuno, durante la notte, aveva sognato le sue"

Le strenne degli orfani, Arthur Rimbaud

BELLEZZA E CURIOSITÀ VANNO A BRACCETTO

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